Dal mattino alla sera a Napoli: a’ fin ro’ munn

Napoli è esattamente come te l’aspetti: rumorosa, sporca, trafficata. Ma coinvolgente. Il trucco è prenderla nel modo giusto, senza concentrarsi troppo sui difetti (che si vedono, inutile mentire) e lasciandosi affascinare, invece, da quell’atmosfera caotica, dall’allegria, dai colori, dai profumi. Bisogna fare, insomma, come i napoletani, che la loro città la amano “nonostante tutto” e la definiscono sempre e ancora “a’ fin ro’ munn”.

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Spaccanapoli
Spaccanapoli

Per un giorno a Napoli esiste una sola regola: ammazzarsi di caffè. Perché di così buoni, fidatevi, non ne troverete in giro. Il consiglio è provarne tanti, in tanti bar diversi, e assaggiare i dolci tipici in una specie di coffee tour. Il primo deve essere da Scaturchio, locale storico in piazza San Domenico Maggiore, accompagnato da una Ministeriale, medaglione di cioccolato ripieno di crema al liquore che, nel mondo, si mangia esclusivamente qui. A pochi passi, ecco la cappella Sansevero, uno dei monumenti imperdibili perché all’interno c’è il “Cristo velato”.

Da qui, tutto dritto per Spaccanapoli (la strada che taglia la città in due, letteralmente, e che in realtà è un insieme di sette vie), passate piazzetta Nilo, poi ancora dritto e infine a sinistra, in via Duomo, per raggiungere la chiesa più importante: San Gennaro. Ma prima, tappa caffè da A’ Figlia D’O’ Cafettiere con l’imperdibile sfogliatella che qui – come suggerisce un cartello in vetrina – “parla”. Il duomo, dicevamo, stupisce per l’opulenza: argento e oro (veri) ovunque, soldi nelle ceste, quadri, cupole affrescate.

Piazzetta Nilo
Piazzetta Nilo

Dal duomo, consigliamo la metro fino a piazza Amedeo, poi a piedi verso il Lungomare Caracciolo, attraversando i giardini (che non sono bellissimi), per raggiungere la pizzeria di Gino Sorbillo, per una delle pizze più buone della città; l’ideale è un tavolino fuori con vista su Castel dell’Ovo e Posillipo. Non fatevi scappare la pizza Margherita benedetta da Papa Francesco (davvero!) il 21 marzo del 2015.

La pizza di Sorbillo
La pizza Margherita di Sorbillo

Con la pancia piena, visita a Castel dell’Ovo, edificio imponente con mura a picco sul mare; se siete fortunati, ci saranno sposi che si fanno fotografare sul ponte, verso l’ingresso. Ed è uno spettacolo pure quello. Il castello è a entrata libera, da lì la vista su Napoli è imperdibile: Vesuvio, molo Beverello, la scrostata caserma Nino Bixio, la Nunziatella, Castel Sant’Elmo, fino a Posillipo. Si vede tutto. Se avete tempo, puntate di nuovo il mare per l’altra fortezza, il Maschio Angioino (Castel Nuovo), che dà sul porto.

Maschio Angioino
Maschio Angioino

È il momento (passando da via San Carlo e dando uno sguardo al noto teatro) di piazza del Plebiscito, di via Toledo (quella dei negozi), di una tappa dal Caffè del Professore (quello vero, occhio che ce ne sono due e uno è una copia) per un buon espresso, poi provate a salire fino a Castel Sant’Elmo: a metà di via Toledo, troverete una funicolare; salita infinita. Anche da qui, vista su tutta la città. Di nuovo giù su via Toledo, con piazza del Plebiscito alle spalle, per raggiungere piazza Dante e la via delle librerie, via Port’Alba. Insomma, a Napoli bisogna camminare.

La via delle librerie
La via delle librerie

Stravolti, arriverete alla cena. Ottima quella da Perfectoo, Food Love & More, in corso Umberto I. Se ci sono ancora in carta, ordinate i gamberoni in croccante di spaghetti (pazzeschi) e la frittura dello chef (abbondante, buonissima). Non vi fanno spendere tanto e il pesce è fresco davvero.

E per l’ultimo caffè-più-dolce? Dovrete camminare ancora: il letterario Caffè Gambrinus è la meta, in piazza Trieste e Trento, attaccato a piazza del Plebiscito. Qui, esagerate con i dolci, soprattutto crostatine e babà ripieni.  E, ovviamente, caffè, che al tavolo costa 3,50 euro (con panna: 5,50). Ma ne vale la pena.

 

 

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