Come tutte le città portuali, Marsiglia ha un fascino particolare. Ha anche alcune delle caratteristiche (stranamente non è sporca) che possono non piacere: è multietnica (più di quanto ci si aspetti: francesi “alla Parigina” ne incontrerete pochi), è piena di gente. Però ha qualcosa – il fascino, appunto – che vi lascerà una bella sensazione, quella di aver visitato una città della Francia lontana dal cliché. Marsiglia è diversa. Ma ugualmente ricca di storia e tradizioni.
Se si parte dalle tradizioni, il consiglio è puntare subito in alto (letteralmente), alla chiesa di Notre-Dame de La Garde, che avrete sicuramente già adocchiato appena arrivati al vecchio porto, perché lo domina dalla collina più alta; è la chiesa dei marinai, lo scoprirete subito entrandoci. Ma prima, perdetevi sul terrazzo da cui godrete di una vista “incomparable” sul golfo di Marsiglia: si vede la città con le sue chiese, si vedono i due forti, le isole fortificate, la città di Le Corbusier con lo stadio Vélodrome. Uno spettacolo. La chiesa è bella anche all’interno: notate i modellini di legno delle barche e delle navi che pendono dal soffitto. Poi leggete qualcuno degli ex voto sulle pareti: è un modo per conoscere la storia di chi è passato di qui. Se vi capita di essere lì quando c’è la messa, rimanete fino alla fine perché il prete (un anzianotto simpatico) stringe la mano a tutti quelli ancora presenti.
Per pranzo, da provare assolutamente la Bouillabaisse. Noi l’abbiamo fatto nel caratteristico Restaurant La Voile Marseillaise, nel dehor a pochi metri dalla prima barca ormeggiata, al Porto Vecchio, in Quai du Port. Ordinate la Bouillabaisse, ovviamente (ma ve la consiglieranno pure loro), magari prima assaggiate gli imperdibili moscardini fritti e qualche altro piatto di pesce che qui è freschissimo. La Bouillabaisse è una zuppa di pesce, ma non si mangia normalmente: il cameriere vi sgriderà se ci provate, ma poi vi insegnerà come si fa. Ed è uno spettacolo fatto di gesti, di “voilà”, di giri di cucchiaio, di sapori che si mescolano.
A pochi passi dal ristorante c’è uno dei tanti negozi che vendono i saponi: la Savonnerie Marseillaise De La Licorne. Impossibile non comprarne, ma con i saponi giocateci anche: avrete le mani che profumano per molto tempo. Da lì, sempre pochi passi per arrivare al municipio e alla piazza che vi porterà al quartiere simbolo di Marsiglia: Le Panier, ricco di botteghe estrose, disegni, opere d’arte. Date un’occhiata alla Vieille Charité, poi giù verso l’altra chiesa della città, quella sul mare: la cattedrale De La Major. D’obbligo la passeggiata lungo il molo per raggiungere il Mucem, il modernissimo museo delle culture. Che è da vedere.
Alla fine della visita, salite all’ultimo piano e percorrete la passerella panoramica (occhio che alle 17,30 chiude) verso il Fort Saint-Jean, da cui vi gusterete la vostra seconda vista panoramica (più ravvicinata) sulla città. Attraversate il forte e il secondo ponte sospeso per poi scendere nuovamente su Quai du Port.
Per la cena, esagerate con Les Arcenaulx, un ristorante-libreria sulla destra dell’Opéra; luogo particolare perché alcune pareti sono in pietra grezza e altre sono coperte da scaffali di libri. C’è anche una boutique. Vi soddisferà (soprattutto i dolci). Poi, se avete ancora voglia di camminare, fatelo verso il teatro, perché magari sarà la serata giusta e vedrete centinaia di marsigliesi (questi sì, francesi “alla Parigina”) vestiti di tutto punto in attesa dello spettacolo.
Una curiosità storica su Marsiglia? Eccola qui: “Quel carrarmato in mezzo alla strada…“.
Un commento Aggiungi il tuo