Kythnos, la selvaggia: in un giorno impari a sentirti greco

Non stupitevi se vi parlano solo in greco: a Kythnos non sono abituati ad avere a che fare con turisti stranieri. Nessuno di loro: taxisti, baristi, ristoratori. Quindi siate preparati a rispondere (“Kalimera!”, “Kalispera!”) e poi a chiedere se sanno parlare un pochino d’inglese. Siamo nelle Cicladi, ma quelle occidentali hanno poco a che vedere con le più note Santorini e Mykonos: innanzitutto, qui vi capiterà (anche in altissima stagione) di trovarvi in una spiaggia bellissima, da soli. Kythnos, in particolare, è selvaggia, arida; vi accoglierà con colline – quasi montagne – completamente brulle e terrazzate; chiedendo agli abitanti, scoprirete che si coltivava l’orzo. Ora, più niente e ci pascolano le capre.

A Merichas
A Merichas

È un’isola varia, autentica il giusto. Se decidete di passarci più di un giorno, una buona base è Loutrà (Λουτρά), cittadina con il porticciolo e tanti bar e ristoranti tipici. Noi abbiamo dormito al Kythnos Bay Hotel, che si è rivelata ottima scelta per il rapporto qualità-prezzo (90 euro a notte a camera) e per la presenza della Shower Room, stanza dedicata a chi ha già lasciato la sua e vuole cambiarsi per il viaggio. Ma se arrivate al porto di Merichas al mattino, la colazione fatela al Caffè Aperto, chiamato così per richiamare il mare (aperto, appunto) che ha di fronte: il single espresso è uno dei più buoni dell’isola, gustosi anche i mini gelati e i panini home-made con il salmone e i cetrioli. Poi, il consiglio è puntare subito la spiaggia più fotografata: quella dei due mari, quindi Kolona. È una striscia di sabbia che divide, infatti, due bracci di mare e collega la terraferma a una collina sovrastata da una piccola chiesetta di quelle tipiche in calce bianca. C’è un bel bar, ma non mangiateci perché non merita: se morite dalla fame, salvatevi con un’insalata greca e un buon cocktail per l’aperitivo. E stop. Giusto per godervi la vista, insomma.

La spiaggia di Kolona
La spiaggia di Kolona

Prima di pranzo, andate a visitare Chora (Χώρος), centro dell’isola. È un villaggio con stradine strette e sulla principale si affaccia una manciata di negozietti. Vale la pena un pasto da To Steki Tou Ntetzi (Το Στεκι Του Ντετζη), se vi piace la carne alla griglia (taverna greca davvero tipica, lì dal 1959; si mangia sotto tralci di vite e bouganville, si spende poco). In alternativa, andate a scoprire Droupida (Δρυοπίδα), l’antica capitale di Kythnos che da fuori dice poco e invece stupisce se ti avventuri (mangiate da Το Χάρτινο Καράβι, che significa “la barchetta di carta”, e provate la pita-pizza).

Anche per il pomeriggio, due alternative: la prima è verso il mare e si chiama Potamia, spiaggia a pochi chilometri da Loutrà; avventuratevi a destra per raggiungere la “sorella”, Mikro Potamia (la troverete quasi sempre deserta).

Mikro Potamia
Mikro Potamia

La seconda: Kastro, che nessuno vi nominerà ma è un posto pazzesco. Si tratta di una fortezza imprendibile dell’epoca bizantina; ci si arriva con una stradina che diventa sterrata sulla sinistra di Loutrà; è su una rocca di centocinquanta metri a strapiombo sul mare.

Kastro
Kastro

Per la cena, due opzioni a Loutrà: Sofrano è il locale giusto per assaggiare la vera cucina greca e farsi consigliare dal titolare (Giannis) che ama i prodotti della sua terra – e li vende anche nel suo Deli Store – e sa dirvi cosa assaggiare, quando, come. Per chi vuole una serata romantica e lontana dal passeggio serale, è perfetto Aria’s, ad Agia Irini, a un chilometro dal porticciolo; è in minuscolo golfo che sembra una cartolina (e qui esagerate e prendete l’aragosta: la potete scegliere direttamente dal mare).

Tips: per muoversi, importante noleggiare un auto o un quad (il motorino lo sconsigliamo, troppi sterrati). Poi ci sono due bus che ogni giorno percorrono la tratta Merichas-Chora-Loutra (alle 11, alle 14, alle 18) e ritorno (alle 11,30, alle 14,30, alle 18,30 e alle 20,30); costo: 3 euro. I taxi sono pochi ed è difficile anche prenotarli.

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