Dublino è la più amata dagli italiani. Non solo perché si raggiunge facile (da Milano, due ore e mezza circa, i voli sono frequenti e costano poco), ma anche per il clima che si respira: seppur al nord, è molto simile al nostro. C’è vita, ci si diverte, tutti sono cordiali. Grigia ma con movimento. E quindi adatta un po’ a tutti, anche a chi non cerca per forza l’arte, la cultura e la storia. In fondo, nella capitale d’Irlanda, non c’è molto da visitare. E un giorno (leitmotiv di questo sito di consigli di viaggio) è perfetto per vederla e permettersi pure una breve gita fuori città.
Prima tappa: Saint Patrick. La cattedrale più famosa della città (sono due) è sobria, dai soffitti alti. Colpiscono il pavimento (coloratissimo), le decine di bandiere appese alle pareti, le vetrate incombenti e i cuscini, ricamati a mano, appesi a ogni sedia. È molto frequentata dagli irlandesi e dai turisti; se siete fortunati, vi capiterà di sentire le prove del coro. Dentro, da non perdere la tomba di Jonathan Swift (l’autore dei “Gulliver’s travels”) e la statua di Benjamin Guinness. Fuori, un bel parco dove vengono anche organizzati eventi.
Seconda tappa, più pagana: lo Stephen’s Green Shopping Center. Visitatelo se dovete comprare qualcosa, ma soprattutto per apprezzarne l’architettura. Da lì, inizia Grafton Street, la via più importante per il passeggio, dove può capitare di incontrare musicisti, artisti di strada e ballerine di quella danza tipica irlandese che può affrontare solo chi ha gambe forti e allenate. Qui si gode dello spirito vero del Paese: tutto è in movimento, ma si rimane anche ben ancorati alla tradizione.
Alla fine di Grafton Street, troverete sulla destra l’ingresso per il Trinity College (e sulla sinistra la statua di Molly Malone). L’università è tappa obbligata per vedere la celebre biblioteca. Subito un consiglio: acquistate i biglietti online: pagherete la prevendita, ma vi salterete la coda (che c’è sempre) e riuscirete a entrare in pochi minuti. Dicevamo, la biblioteca, la vera attrazione di Dublino, secondo noi: la zona che vedrete si chiama Long Room ed è un corridoio unico, lungo oltre duecento piedi (quindi sui 65 metri circa) e che contiene, in possenti scaffali di quercia, più di duecentomila libri (quelli antichi che vedrete, ne hanno poi molti in archivio perché qui arriva una copia di ogni libro che viene pubblicato in Irlanda e Gran Bretagna). Il colpo d’occhio è incredibile, ma arrendetevi subito: la maestosità è molto difficile da rendere con una foto.
Dopo questo bagno di cultura, salutate Dublino per qualche ora e dirigetevi in una cittadina che è una scoperta: Howth. Borgo di pescatori e contadini, che ogni mattina organizzano il mercato (è coperto) con prodotti tipici, è soprattutto un porto: vi attendono i pescherecci, i gabbiani e le foche, che vedrete nuotare tranquille intorno alle barche alla ricerca di cibo. Anche voi lo sarete (tranquilli e alla ricerca di cibo) e allora andate subito da The Oar House, ristorante proprio sul molo, pieno di richiami alla vita sul mare e con un menù interessante e originale. Mangerete molto bene: consigliamo chele di granchio al forno, i gamberi alla moda di Dublino, ma anche la grigliata mista (merluzzo, trota di mare, salmone, sgombro). E i dolci, visto che li fa la signora che abita due porte più in là. Arrivare a Howth è semplice se siete in auto, ma anche in treno: ogni quindici minuti dal centro di Dublino parte un treno (Dart, quello veloce) che con 4,70 euro vi porta nella cittadina in trenta minuti.
Howth è piacevole da vivere: passeggiate sul molo, guardate i pescatori che tirano su pure gli squali (davvero: i gattucci), osservate i pescherecci che scaricano la merce o puliscono le stive. Se riuscite, salite fino a Howth Summit, da dove godrete di una vista spettacolare sul promontorio e su Dublino. Tornateci, poi, in città, per godervi il clima spensierato di Temple Bar, il quartiere dei pub. Non potrete sceglierne solo uno: giratene diversi, divertitevi a cambiarli spesso. Noi abbiamo mangiato un hamburger al volo da Bunsen (ce ne sono solo di quattro tipi: hamburger, double, cheese, double cheese; davvero buoni), per poi avere il tempo per giri di birra con sottofondo musicale (ci sono sempre concerti dal vivo).