Sul lato orientale della Rocca di Gibilterra, vicino a quella che oggi viene chiamata O’Hara’s Battery, una targa solitaria e di colore rosso sangue ricorda un episodio ormai lontano della guerra di successione spagnola.
Correva l’anno 1704, più precisamente era novembre, e le truppe franco-spagnole assediavano ormai da due mesi Gibilterra, caduta in agosto nelle mani degli inglesi. Fu allora che un pastore spagnolo di nome Simón Susarte si presentò al generale Villadarias dicendo di conoscere un sentiero segreto per scalare la rocca e sorprendere la guarnigione. La notte dell’11 novembre, cinquecento soldati spagnoli ascesero in silenzio i quattrocento metri a strapiombo sul Mediterraneo, sorpresero le sentinelle inglesi e furono a un passo dal realizzare l’impresa.
Ma, ironia della sorte, fu un tamburino inglese addetto alle corvée ad accorgersi dell’attacco e a dare l’allarme. Nel volgere di poche ore gli assalitori furono uccisi o catturati. Tra i pochissimi che riuscirono a fuggire, ci fu il novello Efialte, che però non poté più portare le sue capre a pascolare su quel sentiero, fatto saltare in aria dai britannici dopo quell’episodio.