Dagli spalti della fortezza di Masada – sulla sommità di un alto massiccio roccioso a circa cento chilometri a sud est di Gerusalemme – la vista è di quelle che tolgono il fiato, che non si dimenticano. Le ostili montagne del deserto di Giuda da un lato, la distesa del Mar Morto dall’altra oltre la quale si intuisce la catena montuosa di Abarim, in territorio giordano. E tutto intorno, gli echi di un passato affascinante e terribile che ti avvolgono come una nuvola di polvere.
Qui, nel 72 dopo Cristo, ripiegarono gli ultimi ribelli ebrei dopo che la Palestina era stata pacificata dai romani al termine della prima guerra giudaica: si trattava di un migliaio di persone (la maggior parte della fazione estremista zelota dei Sicari) arroccato, con ingenti scorte di viveri, su una posizione praticamente imprendibile, guidato da un condottiero carismatico e determinato (Eleazar Ben Yair).
Ma i romani a quel tempo non conoscevano la parola “impossibile” e il governatore Lucio Flavio Silva decise di marciare alla testa della X Legione Fretensis (cioè “dello Stretto”) e di porre l’assedio alla fortezza di Masada, costruendo tra i burroni ben otto accampamenti fortificati (i tracciati sono visibili ancora oggi), oltre a un muro lungo 5 chilometri e alto due metri per impedire eventuali fughe degli assediati.

L’episodio entrò nella storia (e un po’ nella leggenda) per un’altra costruzione, quella di una rampa: gli schiavi e i soldati romani formarono un terrapieno alto oltre cento metri su cui avrebbero poi dovuto (e lo fecero) trascinare una mastodontica torre d’assedio con catapulte e baliste. Tutto questo, per arrivare al muro di Masada, da abbattere poi con un poderoso ariete. Nella primavera del 73 dopo Cristo, quando i legionari riuscirono finalmente a entrare a Masada, trovarono nessuno: tutti i 967 assediati erano già morti. Come riporta lo storico romano Giuseppe Flavio, gli uomini avevano deciso di uccidere donne e bambini, poi di sorteggiare dieci fra loro che avrebbero dovuto ammazzare gli altri e, fra i dieci, hanno scelto chi avrebbe tagliato la gola ai rimanenti nove. L’ultimo rimasto, infine, è morto suicida.

Ciao, interessantissima la storia di Masada, soprattutto perchè ci andrò ad aprile. Tu hai dormito lì nei paraggi o siete andati in giornata? Ho pubblicato il mio itinerario di viaggio, se hai qualche consiglio da darmi commentalo! Grazie!!!
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Ciao! Abbiamo dormito nei paraggi, sul Mar Morto esattamente a Ein Bokek.
Mandami il tuo itinerario!
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un tuffo nella storia/leggenda….troppo interessante e dei posti da favola
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