Siracusa ha un cuore che batte forte. E quel cuore è Ortigia, l’isola-non isola (perché è attaccata alla terraferma) che custodisce la parte più antica della città e anche quella più affascinante. Perdersi (consapevolmente) nei vicoli è un’esperienza, come lo è ritrovarsi a un certo punto nella inaspettatamente ariosa piazza Duomo – chiarissima, luminosa, unica – davanti alle due chiese più importanti. Siracusa non è la prima meta che viene in mente pensando alla Sicilia, ma è quella “da scoprire”: piccola e con tesori nemmeno tanto nascosti. Sta anche vivendo una rinascita (culturale, commerciale) che vale la pena seguire.
Il periodo giusto per vederla nel suo massimo splendore sarà il mese di maggio, quando ci saranno grandi festeggiamenti (persino una tavola imbandita in piazza Duomo, il primo sabato sera, frutto della collaborazione tra la Confcommercio locale e quella di Alessandria che ha regalato il format “Aperto per Cultura“) per il compleanno della città. Siracusa spegnerà 2750 candeline.
Per vedere tutto il bello possibile in una giornata, l’ideale è svegliarsi all’hotel Des Etrangers, un cinque stelle d’epoca che ha un vero punto forte: la terrazza all’ultimo piano (il quinto). Lì inizia il “giorno perfetto” a Siracusa, con una colazione che comprende anche cannoli da riempire al momento di ricotta e una vista a più di 180 gradi sulla città e sul mare. L’ideale, da lì, è affittare una macchina (o prendere un taxi) e dirigersi verso il parco archeologico della Neapolis, dove si possono visitare il teatro greco – uno dei pochi ancora utilizzati, a maggio inizia la stagione delle tragedie da gustarsi al tramonto – , l’anfiteatro romano e l’orecchio di Dionisio, lo spettacolare scavo (c’era una cava) dove tutto rimbomba. Occhio a piccioni e pipistrelli. Il biglietto costa 10 euro e si compra di fronte all’ingresso, dopo i negozietti (evitabilissimi).
Dovete assicurarvi di tornare in città prima delle 13 perché (se non è domenica, unico giorno di chiusura) in via Emanuele de Benedectis c’è il mercato da vivere e visitare: sarete investiti da un vociare ridondante, da profumi mediterranei e dall’entusiasmo di chi, ogni mattina, cerca di vendere i suoi prodotti. Arance, pesce, spezie. C’è di tutto.
Per mangiare, sedetevi a uno dei tavoli improvvisati del Caseificio Borderi, che produce artigianalmente ricotta, mozzarella, mozzarella affumicata, mozzarella alla mandorla, provole dolci e stagionate, provoloni di fossa, provoloni al vino nero d’Avola, formaggi al nero di seppia, pecorino primo sale, pecorino secondo sale, pecorino stagionato… E la tricotta (fatevi spiegare da loro cos’è). Ordinate un tagliere e non rimarrete delusi. Al mattino, all’interno del negozio c’è la nebbia: è il vapore della ricotta appena preparata.
È il momento di visitare Ortigia. Partite dal Tempio di Apollo, poi imboccate corso Giacomo Matteotti e arrivate fino a piazza Archimede (dove c’è la fontana di Artemide), andate verso sinistra (via Roma) e assicuratevi di girare a destra in piazza Minerva (ci sta anche un caffè nel bar omonimo all’angolo, ottimo). Sarete di fianco al duomo. Che vedrete poi in tutta la sua altezza e ricchezza sistemandovi davanti al Caffè Condorelli (qui pausa arancino, ma che sia al pistacchio). Sulla destra, c’è la chiesa di Santa Lucia in cui è custodita la statua di San Sebastiano (e da dove parte la processione a febbraio). Infine: perdetevi nei vicoli. Ma non dimenticate che è importante indovinare il ristorante: noi abbiamo scelto il Porta Marina dello chef Salvo Di Mauro (chiedetegli assolutamente il gambero rosso di Mazara bardato al lardo con salsa bandiera e arancia, poi il parfait di mandorla pizzuta d’Avola). A fine giornata, ci stanno due passi quasi in riva al mare lungo la Passeggiata Aretusa.
Fa sempre piacere sentir parlare bene della propria terra. Grazie! 🙂 Siracusa è una delle città più belle della Sicilia, merita assolutamente di essere inserita nell’itinerario di ogni turista che va in visita da quelle parti
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