Parma si dà arie da capitale. E ne ha tutto il diritto: passeggiando nel centro storico di quella che era la città più importante del Ducato di Parma e Piacenza si notano l’eleganza dei palazzi, lo sfarzo delle decorazioni, la maestosità di alcune costruzioni, la precisione con cui sono disegnate le strade. E ci si accorge, per forza, di quel tocco femminile, tutto merito di Maria Luigia d’Asburgo, seconda moglie di Napoleone, che ha governato il Ducato dal 1816 fino alla morte, nel 1847. È una città piacevole da vivere e da visitare, piccola il giusto ma organizzatissima: anche la domenica (a differenza di molti centri più importanti, almeno sulla carta) trovate ben due uffici del turismo aperti (il primo in piazza Garibaldi), con mappe, pieghevoli e consigli a disposizione. Si può tranquillamente visitare in un giorno ed è piacevole (clima permettendo) farlo a piedi, visto che le strade del nucleo storico sono tutte chiuse alle auto.
Se parcheggiate nei pressi del Barilla Center, potrete fare tutta strada della Repubblica a piedi e sbucare, appunto, in piazza Garibaldi, quella del municipio. Per la colazione – modo migliore per iniziare la giornata – vi consigliamo Panificio 10 in piazza della Steccata, locale segnalatissimo per gli aperitivi ma che offre anche buoni dolci (ne hanno un bancone pieno) e caffè. Subito lì di fianco avrete la basilica di Santa Maria della Steccata, da vedere per gli affreschi del Parmigianino e la maestosa cupola (poi, nel pomeriggio, ne vedrete un’altra da togliere il fiato). Continuate su strada Garibaldi passando di fianco al Teatro Regio, fino al momento in cui la strada si allarga e lascia spazio al prato: vi trovate nel complesso della Pilotta, in sostanza il centro culturale; all’interno ci sono la Galleria Nazionale (da vedere, con opere di Correggio, Parmigianino, Leonardo), il Museo archeologico e il Teatro Farnese, che è magico e sembra sospeso nel tempo grazie alle strutture in legno – compreso il palco – che riportano indietro di oltre quattrocento anni.

Uscite dal retro, imboccate il ponte Verdi e arriverete così al parco e al Palazzo Ducale (vale una foto la fontana del Trianon, ma non perdeteci troppo tempo). Se è già ora di pranzo, ritornate sui vostri passi, così: via dei Farnese, ponte di Mezzo, piazza Ghiaia, strada Mazzini poi, a destra, strada Luigi Carlo Farini, che è quella dove si mangia bene. Piena di locali, ristoranti, osterie, vinerie: c’è l’imbarazzo della scelta, noi vi segnaliamo Sorelle Picchi, che propone piatti tradizionali, salumi (che potete anche comprare, insieme al parmigiano e a molti piatti pronti) e tortelli fatti in casa, ma soprattutto il risotto alla Giuseppe Verdi con funghi di Borgotaro, culatello di Zibello e asparagi (dal sapore deciso, e pensate che non viene nemmeno salato).

Ritornate in piazza Garibaldi, dirigetevi poi verso strada Cavour e, a destra, strada Duomo per trovarvi esattamente davanti a una delle piazze più suggestive d’Italia: avrete di fronte la cattedrale con il suo campanile, a destra il Battistero (se c’è il sole, sarà rosa, verso il tramonto il marmo diventa sempre più scuro), alle spalle il palazzo vescovile.

Visitate il duomo: la struttura romanica, insieme alle sculture della stessa epoca, convivono con la pittura rinascimentale; entrare è gratis (a differenza di molte cattedrali europee molto meno affascinanti), ma chiunque pagherebbe per vedere la cupola affrescata da Correggio. L’Assunzione è opera grandiosa ed esempio incredibile di illusionismo prospettico: la struttura sembra decisamente più alta di come è in realtà. Rimarrete a bocca aperta, non solo per quello che vi sovrasta ma anche per ciò che vi circonda, a partire dai leoni in marmo che sorvegliano l’ingresso, fino alle cappelle (affrescate), ai capitelli (che sono medievali) e al campanile che è stato ristrutturato di recente, dopo essere stato colpito (nel 2009) da un fulmine.

Avete ancora almeno due tappe: il Museo Lombardi (subito di fronte alla Pilotta), dove troverete oltre mille tra cimeli e vestiti che raccontano in modo interessante e inedito la storia di Maria Luigia e Napoleone, e la Camera di San Paolo, capolavoro rinascimentale del Correggio, che anche qui gioca (e vince) con la prospettiva. E vi rimangono due cose da fare: comprare latte, yogurt e formaggio da uno dei distributori che si trovano facilmente in centro (in casette di legno, molto caratteristici e divertenti – e i prodotti sono buoni) e andare a mangiare da Cocchi, che è leggermente fuori dal centro (in viale Gramsci), ma vale lo spostamento perché è tutto ottimo, dai salumi alla carne, passando per la pasta fatta in casa, fino al sorprendente gelato alla crema.