La cosiddetta guerra peninsulare (combattuta da una alleanza di Spagna, Portogallo e Regno Unito contro il primo Impero francese dal 1908 al 1914) fu, tra le guerre napoleoniche, il conflitto più lungo. Ed è normale per chi viaggia da quelle parti incappare in luoghi legati con quelle vicende.
A Porto ci furono due battaglie di quella guerra, ma la particolarità è che le sorti del secondo scontro furono decise da un umile barbiere. Ecco come: all’alba del 12 maggio 1809 il maresciallo francese Soult tiene saldamente la città con un esercito di 13 mila uomini, mentre il generale inglese Wellesley (futuro Duca di Wellington), con un esercito di poco superiore, osserva preoccupato le posizioni nemiche dalla sponda sud del Douro: ponti sul fiume (largo circa cinquecento metri) non ne sono rimasti, perché i francesi hanno fatto esplodere nella notte anche quello di barche. Ma ecco che un barbiere portoghese si presenta agli ufficiali britannici, dice di conoscere un punto sulla sponda nord dove si trovano quattro barco rabelo (quelle imbarcazioni che si usavano per trasportare le botti di vino porto) incustodite. Su una barchetta da pesca costiera (skiff) partono subito il barbiere, il colonnello dell’intelligence inglese John Waters, il priore di Amarante (che funge da interprete) e alcuni marinai portoghesi di Vila Nova de Gaia (il borgo sulla riva sud del Douro dove si trovano ancora oggi tutte le principali distillerie del pregiato vino). In breve fanno ritorno con le quattro rabelos e con la notizia che il grande palazzo vescovile, in posizione dominante sulla sponda occupata dai francesi, non è presidiato.

Wellesley, noto per essere un uomo di poche parole, non si lascia sfuggire l’occasione e dà ordine di procedere: “Well, let the men cross”. In meno di un’ora i britannici traghettano indisturbati oltre 600 uomini (la prima compagnia ad attraversare appartiene al 3° Reggiment on Foot, noto come i “The Buff”), che si asserragliano nel vescovado, un edificio imponente e massiccio che pare quasi una fortezza. Con un incredibile ritardo le vedette francesi si accorgono che il nemico ha creato una testa di ponte ed il maresciallo Soult, che in quel momento sta facendo colazione, deve prendere la notizia piuttosto male. Seguono quattro sanguinosissimi quanto infruttuosi attacchi francesi al vescovado, dove i difensori resistono ostinatamente.

Ma le cose per i soldati di Napoleone si mettono ancora peggio: avendo sguarnito la zona della Ribeira per attaccare i britannici, decine di cittadini di Porto si precipitano sul Douro e lo attraversano con qualsiasi cosa galleggi per aiutare gli inglesi a passare sulla sponda nord. Ora gli uomini di Wellesley sbarcano in altre zone della città e i francesi, presi alla sprovvista e in preda alla confusione, capiscono di non porteli respingere: Soult decide di abbandonare Porto e il suo esercito si ritira disordinatamente abbandonando dietro ingenti scorte di viveri e materiali, migliaia di feriti e molti cannoni.
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