Hygge, smørrebrød, øl, tak. Imparate a pronunciare queste quattro parole ed entrerete subito in sintonia con gli abitanti di København – Copenaghen -, l’elegante (e carissima!) capitale della Danimarca. Quattro termini che significano rispettivamente: atmosfera accogliente (più o meno, la traduzione è impossibile), pane condito, birra e grazie. Vi serviranno per ordinare in molti dei locali in cui entrerete e per guadagnarvi la simpatia di chi si avvicinerà al vostro tavolo.

Copenaghen è circondata dall’acqua: i canali sono spina dorsale e vie di comunicazione. E sono anche, a parer nostro, ottima partenza per conoscere la città, perché praticamente quasi tutte le costruzioni più importanti vi si specchiano e si possono raggiungere con il battello. La partenza è anche il luogo più bello della capitale: il Nyhavn, l’antico porto (Porto Nuovo) che conoscete già perché è soggetto di tutte le cartoline, foto, poster, souvenir più significativi di questa città. Eccole lì le case colorate, ecco i ristorantini con i dehors e le coperte sulle sedie, ecco gli alberi delle navi ormeggiate una dietro l’altra ed ecco i battelli (bassi e larghi) dove dovete salire per godervi Copenaghen dall’acqua. Rispetto alle altre attrazioni, il boat tour vi stupirà per il costo basso: 13 euro a testa circa, vi assicuriamo, in Danimarca sono pochissimi. Approfittate del giro per vedere la Sirenetta – assurdo simbolo della città – dalla visuale migliore, cioè dal “retro”, visto che di giorno viene presa d’assalto dai turisti che si scattano selfie con la triste fanciulla. È triste anche il posto in cui l’hanno collocata: dietro di lei, il porto commerciale e una centrale idroelettrica. Intorno: il nulla.

Il boat tour dura circa un’ora. Fatelo magari dopo la colazione che vi consigliamo di programmare in una panetteria; ottima scelta è Lagkagehuset in Ny Østergade 12 (assaggiate la Kanelsnegle, girella alla cannella, che è dolce tipico danese). Alle 12 in punto dovrete essere al palazzo di Amalienborg, che è vicino al Nyhavn ed è la residenza invernale dei reali danesi: quattro edifici identici in stile Roccocò. Date più di un’occhiata alla Frederiks Kirke, meglio nota come Marmorkirken, maestosa e imponente. Per pranzo tornate al “porto vecchio”, entrate al Cap Horn, dove potrete assaggiare lo smørrebrød con l’aringa, piatto tipico (ma il migliore non si mangia qui: noi l’abbiamo trovato al Rådmand Davids Hus di Helsingør). Il lunch plate qui costa 175 corone danesi (cioè circa 24 euro).

Gli orari, in Danimarca, limitano le visite: la maggior parte dei musei e dei palazzi (ma pure le chiese) chiudono alle 16. Quindi se tirerete tardi, dovrete fare una scelta. Magari tra una visita al castello di Rosenborg – dove troverete le collezioni reali danesi – o un giro nella città libera di Christiania, il quartiere autogovernato che esiste dall’epoca degli hippie. Il secondo è interessante perché unico nel suo genere, con il viale degli spacciatori (camuffati, per non farsi riconoscere) e le bancarelle improvvisate, le coltivazioni di Marijuana a cielo aperto e le opere di street art. Il monumento più affascinante di questa zona è sicuramente la chiesa del Nostro Redentore, la Vor Frelsers Kirke, con il suo campanile elicoidale che si può percorrere fino in cima. Attenzione perché è aperta fino alle 16 (tranne da dicembre a febbraio quando è proprio chiusa per l’inverno) e per salire dovrete pagare 35 corone.

Per le amanti dei braccialetti Trollbeads (che è marchio danese), una segnalazione: nei sotterranei del negozio in Østergade 17 c’è un museo con i beads storici e con gli introvabili. A Copenaghen si cena presto: vi capiterà di trovarvi alle 21 unici clienti del ristorante che avrete scelto, mentre i camerieri hanno già sparecchiato e allestito nuovamente tutto intorno a voi. Per evitare che proprio non vi diano da mangiare (capita, non è situazione eccezionale) prenotate un tavolo prima delle 20. Meglio se alle 19. In città, ci siamo trovati molto bene da Øl & Brød in Viktoriagade 6. Non è un ristorante economico, ma la qualità del cibo è davvero alta: ottima la carne (abbiamo mangiato un filetto degno davvero di nota e la salsa al prezzemolo è qualcosa di unico), gli antipasti e i dolci. Alla fine, assaggiate un bicchiere di Aalborg, cioè lo “snaps” (che è un alcolico after dinner tipico e molto forte). Dopo cena, se è aperto, potete fare un giro da Tivoli, il parco di divertimenti famoso in tutto il mondo; è visitabile solo in alcuni periodi dell’anno (come Halloween, Natale, Pasqua, poi primavera ed estate). Anche qui, occhio ai prezzi! Il biglietto d’ingresso non comprende le giostre.

Non vado a Copenhagen da una vita, spero di tornarci presto!
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